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Come studiare un tema nel canto jazz (in 8 punti)

Aggiornamento: 21 dic 2023


Serena Berneschi

Grazie alla mia esperienza di insegnamento ho notato che gli studenti di canto jazz alle prime armi hanno già grande difficoltà ad imparare i temi dei più celebri standard. Se ad un primo ascolto gli standard jazz più semplici potrebbero sembrare delle semplici "canzoncine" basate su strutture armoniche non troppo complesse, basta addentare un Cole Porter, un George Gershwin, un Van Heusen, un Duke Ellington, un Irvin Berlin o un Jerome Kern (e chi più ne ha più ne metta) per rendersi conto che tali brani nascondono in realtà non poche insidie: intervalli difficili e talvolta dissonanti, modulazioni improvvise, cadenze d'inganno, progressioni armoniche inconsuete o sostituzioni talvolta poco riconoscibili se non si conosce bene l'armonia funzionale. Studiare bene un tema non è cosa da poco: per questo anche nell' approcciare l' improvvisazione parto sempre dallo studio approfondito dei temi.


Secondo me, per quanto sia importante studiare pattern e assoli di grandi jazzisti, farne studiarne troppi ai nostri allievi principianti potrebbe appesantirli eccessivamente. Il materiale improvvisativo ha bisogno di tempo per essere "digerito" e incorporato, perciò soprattutto all'inizio è bene non esagerare.


Inoltre, un tema che conosciamo bene può rivelarsi una vera e propria miniera d'oro, una riserva di informazioni utili per analizzare e studiare altri temi.


Verrebbe quindi da chiedersi: che cosa significa studiare bene un tema?


Proverò ad elencare di seguito 8 punti che ritengo importanti.


  1. In primo luogo, impara il tema così com'è dallo spartito. Fallo a maggior ragione se ne hai già ascoltate alcune versioni: potrebbe stupirti scoprire quanto il/la cantante che hai ascoltato si discosti dal tema originale! Naturalmente noterai che la scrittura in stile "real book" è molto basica e che cantare un tema com'è scritto può essere noioso e banale. Ciò nonostante, cerca di memorizzare bene il tema così com'è sullo spartito, cercando di individuare dove sono i punti critici a livello melodico e le peculiarità ritmiche (terzine, altri gruppi irregolari ecc).

  2. Ora che hai ben chiaro il tema ti consiglio di ascoltare quante più versioni del brano possibili. L'ascolto è fondamentale in ogni tipo di musica, nel jazz in particolare: non a caso nell'ultima pagina del libro "Sing Your Story" la cantante e didatta Jay Clayton scrive: "tutte le risposte riguardo al jazz si trovano nelle registrazioni, ASCOLTA!"

  3. Ora che conosci bene il tema e hai ascoltato differenti versioni puoi sbizzarrirti con le variazioni, le quali ti saranno molto utili per cantare i temi successivi al primo (senza esagerare, già nel primo chorus puoi farne alcune). Per cominciare, puoi imparare alcune variazioni dai tuoi cantanti preferiti, cercando di replicarle o di farne di simili. Noterai che alcuni cantanti interpretano in genere il tema così com'è (fra questi cito su tutti Frank Sinatra), mentre altri fanno moltissime variazioni (Nina Simone, solo per citarne una). Ciò è normale, l'importante è che tu ti renda conto di chi varia molto e di chi varia poco. Impara bene le variazioni che ti piacciono particolarmente; dopo di che cerca di allontanarti da esse: ora che sai che potrai percorrere certe strade quando sarai a corto di idee è ora di scoprirne di nuove, sicuramente più creative ed entusiasmanti.

  4. A questo punto puoi lavorare sulle variazioni sforzandoti di lavorare su un parametro alla volta. Ad esempio, decidi che lavorerai sul parametro melodia facendo prima una variazione melodica con una nota più alta dell'originale, e poi una variazione melodica con una nota più bassa della melodia originale. Dopo di che, decidi di lavorare sul parametro ritmo: canta una frase in anticipo sul tempo, una in ritardo, una "com'è scritta". Dopo di che, lavora sul parametro lunghezza del note: fai una nota lunga a fine frase, una a metà frase, una ad inizio frase. Dopo di che, fai la stessa cosa con le pause, inserendole in punti diversi del brano. Puoi inventare tutti i parametri che vuoi: parametro attacchi vocali, parametro volume, parametro registro vocale, parametro finale del suono. Se all'inizio questo lavoro può sembrare un po' forzato vedrai che ti aiuterà a trovare variazioni personali e innovative. Molto meglio che copiare, no? Noterai che darti dei limiti nello studio ti aiuterà ad improvvisare e/o a variare con molta più libertà e consapevolezza quando sarai in performance.

  5. Cerca di imparare il testo a memoria. Memorizza la storia della canzone nella tua lingua madre e di crea connessioni con la tua storia personale, vedrai che ti verrà molto più facile. Se non riesci a memorizzare il testo nonostante tu provi da tempo, forse la storia della canzone non ti "risuona" abbastanza dentro: prova con un'altra.

  6. A questo punto può esserti utile provare il brano in tempi, stili e modalità diverse. Prova ad esempio il brano in rubato, provalo in stile bossa nova (se è swing), medium swing (se è bossa), ballad (se ha BPM piuttosto elevato), uptempo (se è una ballad) even 8ths e così via. Così facendo avrai più stimoli per sviluppare la tua immaginazione e noterai che che le variazioni, il timbro, l'intensità e i colori vocali che inserisci in uno stile non necessariamente stanno bene in un altro. Ovviamente in questa fase la cosa migliore sarebbe praticare con i musicisti, ma possono andare bene anche delle basi.

  7. Infine, puoi dedicarti al lavoro preliminare all'improvvisazione vocale vera e propria. Canta i bassi degli accordi, gli arpeggi, le linee di walking bass, crea delle linee di "note guida" (terze e settime degli accordi) che siano più orecchiabili possibili, lavorando su note vicine. Fai delle frasi e cerca di rilevarle sul pianoforte, modificando le note che hai cantato e che non suonano così bene. Cerca di fare tutto questo anche a cappella, senza l'ausilio del pianoforte, controllando di tanto in tanto se stai facendo bene.

  8. Volendo a questo punto puoi imparare a memoria un assolo che ti piace particolarmente, trasponendolo di tonalità se necessario e scrivendo magari anche un testo (nella tradizione del "vocalese") che ti aiuterà a memorizzare le frasi ed eventualmente applicarle anche ad altri brani. Se in una prima fase può essere utile esercitarsi sulla registrazione originale, una volta appreso l'assolo ti consiglio di cantarlo solo con l'accompagnamento degli accordi ed in seguito eventualmente anche a cappella.

Pagina finale del manuale "Sing Your Story" di Jay Clayton


Siamo arrivati alla fine di questo articolo. Spero che ti sia piaciuto, se è così per favore supportami mettendo mi piace, commentando e seguendomi sui miei canali social.



Se vuoi approfondire il tema dell' improvvisazione ti consiglio di dare un'occhiata a questo articolo, mentre se sei interessato allo studio dell' ear training puoi leggere questo articolo!


Keep on swinging!

Alla prossima, Serena



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